l presidente di ENEA, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul presente dell’efficienza energetica e sul lavoro della sua azienda
L’efficienza energetica è un argomento facile da trattare, ma la sua traduzione in azioni è difficoltosa e fino ad adesso abbiamo fatto ciò che si poteva. Questo quanto dichiarato dal presidente ENEA, Federico Testa, durante la tavola rotonda “Efficienza energetica: investire per risparmiare“.
“Abbiamo fatto molte finestre e caldaie, poco gli edifici, e quindi pochi interventi sulla riduzione dei consumi. Ci sono spazi enormi di risparmio ma purtroppo ci sono settori, come quelli dell’edilizia privata, in cui siamo molto in ritardo. I condomini sono un mondo a parte, ci sono grandi complicazioni, ma grazie ai meccanismi di cedibilità si dovrebbe risolvere il problema“.
Infine, commenta la pubblica amministrazione assegnandole l’epiteto di “buco nero” costretta a non scegliere per non sbagliare, in quanto sprovvisto delle competenze tecniche per fare delle scelte.
Efficienza energetica: è questa la parola chiave per un futuro migliore. E a dimostrarlo sono i numeri: grazie ai minori consumi, dal 2005 ad oggi sono stati risparmiati 3,5 miliardi di euro di importazioni di petrolio e gas. Gli ecobonus, dunque, funzionano, ma ancora tanto c’è da fare, anche nella Pubblica Amministrazione. Andiamo per gradi.
I numeri dell’efficienza energetica
Qualcosa si muove in Italia, in tema di efficienza. Grazie agli ecobonus, negli ultimi tre anni, sono stati attivati circa un milione di interventi, per oltre 9,5 miliardi di eurodi investimenti, di cui 3,3 miliardi nel solo 2016. Lo dice il 6°Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica dell’ENEA, presentato l’11 Luglio, a Roma alla presenza del ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione Marianna Madia, del viceministro dello Sviluppo Economico Teresa Bellanova, del presidente dell’ENEA Federico Testa e del presidente del GSE Francesco Sperandini.
Sempre secondo il rapporto, al 2016 risultano effettuate 15mila diagnosi energetiche di aziende (un record a livello Europeo), e le richieste di incentivi sul “Conto Termico” per interventi di efficienza della PA locale sono cresciute del 300%.
Guardando indietro negli anni, dal 2007 al 2016, con il meccanismo degli ecobonus sono stati effettuati circa 3 milioni di interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti per circa 32 miliardi di euro di investimenti totali. Inoltre, sono già stati raggiunti gli obiettivi di efficienza previsti dal Piano nazionale PAEE 2011 per il periodo 2005-2016 e gli obiettivi 2011-2020, indicati nel PAEE 2014, sono stati raggiunti al 40%, con punte dell’84% nel settore residenziale, mentre trasporti e terziario (nel quale rientra la PA) sono più lontani. Grazie ai minori consumi, dal 2005 ad oggi sono stati risparmiati 3,5 miliardi di euro di importazioni di petrolio e gas.
“Questi numeri dicono che stiamo facendo bene e, soprattutto, che l’efficacia degli strumenti messi in campo ha permesso di attenuare gli effetti della crisi economica. Ciò fa ben sperare nel raggiungimento dei nuovi obiettivi particolarmente impegnativi e sfidanti prospettati al 2030 dal Clean Energy Package dell’Unione Europea”, ha commentato il presidente dell’ENEA Federico Testa.“L’unica strada percorribile per raggiungere risultati importanti nell’efficienza energetica – ha concluso– è una collaborazione costante fra il mondo della ricerca, l’innovazione tecnologica e le politiche pubbliche che promuovano anche gli investimenti privati”.
Una task force per far meglio, nella PA
Se è vero che i numeri sono positivi, è anche vero che nel settore pubblico, in particolare, la scarsa conoscenza degli strumenti e delle opportunità di interventi migliorativi frenano la diffusione dell’efficienza energetica. Secondo idati del Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici (SIOPE), nel 2016 la bolletta energetica complessiva della PA per elettricità, riscaldamento e trasporto è stata di oltre 3,3 miliardi di euro, di cui 117 milioni di euro spesi a livello centrale (35% per l’energia elettrica, 4% per il gas ed il 61% per carburanti e combustibili), 1,85 miliardi nelle amministrazioni periferiche, 220 milioni nelle Province che gestiscono gran parte dell’edilizia scolastica e 1,13 miliardi di euro nelle strutture sanitarie pubbliche.
“Il nostro Paese, nel suo complesso, presenta un buon livello di efficienza energetica, soprattutto nel settore industriale, mentre per la PA è necessario un vero salto di qualità”, ha dichiarato il presidente dell’ENEA Federico Testa. “I consumi degli immobili della PA risultano più elevati della media nazionale e ciò rende critico il rispetto dellaDirettiva sulle prestazioni energetiche degli edifici nel caso di nuove costruzioni o di riqualificazioni importanti (deep renovation), in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici”.
E proprio con l’obiettivo di fare meglio in tema di efficienza nella Pubblica Amministrazione che nascerà un’apposita task force operativa “PA-Obiettivo efficienza energetica”, in collaborazione con il GSE.
Le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio
ENEA ha presentato anche il Rapporto sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, fotografia aggiornata degli investimenti per settore stimolati dagli ecobonus: nel periodo 2014-2016, la quota principale pari a 4,36 miliardi di euro ha riguardato la sostituzione di 1,9 milioni di serramenti, mentre 1,7 miliardi di euro sono stati destinati ad oltre 52mila interventi sulle pareti orizzontali ed inclinate.
I risparmi nel triennio sono stati di circa 3.300 GWh/anno, poco più di 0,28 Mtep/anno. Nel 2016 in particolare, i risparmi hanno superato i 1.100 GWh/anno, soprattutto per la sostituzione di serramenti (oltre il 41%) e la coibentazione di solai e pareti (oltre il 26%), tipologie di interventi che, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio, hanno il miglior rapporto costo/efficacia. Grazie agli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica (detrazione fiscale del 65%) e per il recupero edilizio (detrazione fiscale attualmente del 50%, ma con aliquote diverse dalla prima introduzione nel 1998), sono stati realizzati oltre 14,2 milioni di interventi, che hanno riguardato il 55% delle famiglie italiane in poco meno di 20 anni. Gli investimenti corrispondenti ammontano a 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi hanno riguardato il recupero edilizio e circa 32 miliardi la riqualificazione energetica.
Per quanto riguarda una stima dell’impatto occupazionale, nell’ultimo quadriennio 2013-2016 gli investimenti incentivati (sia per la riqualificazione energetica che per il recupero edilizio) hanno generato complessivamente circa 270mila posti di lavoro diretti ogni anno, che arrivano a oltre 400mila considerando anche l’indotto.